Lorenzo Mortara (2009) – Elvis
Questa nuova mostra dell’artista Parisi comprendente installazioni e fotografie dal titolo provocatorio e dai multipli significati “Ho rivisto Elvis” non vuole rappresentare solamente un evento interessante e incisivo capace di catturare l’attenzione e l’interesse degli spettatori, ma soprattutto un atto della volontà inteso a riattivare il nostro senso critico (o sesto senso?) e ricollegare le nostre migliori energie vitali con la realtà dei nostri giorni. Far sì che l’arte non rimanga un’esperienza marginale nella nostra società, che non sia fine a se stessa e che non sia vissuta solamente come un puro e distaccato esercizio dell’immaginazione. Nella società contemporanea le sfide sono innumerevoli per la libertà del nostro pensiero e per l’esercizio dei nostri desideri più profondi e naturali. Tele-culle e orsetti-totem – Teddy Bear – o ricettacoli di guanti indifferenziati, sono oggetti comuni qui utilizzati in una nuova veste immaginativa e fortemente evocativa in una concezione che procede nel solco dell’Arte Concettuale. Oltre al tema degli orsetti e dei guanti, che era già stato utilizzato dall’artista in occasione di alcune mostre precedenti (Flash Art Show, Milano 2005; Barcellona, Spagna 2006, DOPPIASCLERO, Genova 2008) in questa nuova performance ci avviciniamo al cuore di nuovi concetti cari all’artista genovese: per esempio, la Madonna di Lourdes pubblicizzata dalla Coca-cola, un biglietto della partita del ’55 tra Jugoslavia e Italia, una pubblicità per mangime per cani.
La culla – simbolo della nostra infanzia – ci ricorda le nostre origini e l’estrema fragilità dei primi anni di vita, di una fase delicata e fondamentale nella maturazione del nostro essere e del nostro io. In realtà questa fase si prolunga poi per tutta l’adolescenza. Allo stesso modo l’orsetto Teddy rappresenta bene questa fase d’idillio e di purezza sentimentale. E qui Parisi ci pone guanti, guanti, guanti, una schiera di guanti in lattice. Il prodotto dell’uomo contemporaneo: l’intrusione, il contraddittorio, il rovesciamento dei valori. Il simbolo del guanto, qui inteso come strappo, lacerazione, dolore, morte, predominio delle guerre, dei soprusi sul corpo umano inerte, malato o trapassato.
La poetica di questo artista ironico, disincantato, spirituale – a raffigurare scene impossibili e giochi di parole e di senso – vuole colpire e rapire, come di sorpresa, e in tal modo approfondire la nostra comprensione dei messaggi distorti, dei condizionamenti, dei falsi miti cui andiamo incontro incessantemente tutti i giorni. – HO RIVISTO ELVIS – il suo è un messaggio apocalittico, sinaptico, empatico, apofantico, ovvero un monito e al tempo stesso una rivolta verso la natura stessa dell’uomo, e la natura debole della sua mente.
Tuttavia l’espressione artistica deve mantenere la sua originalità e indipendenza nonostante la sua caratteristica di Art engagé. Come osserva acutamente l’illustre studioso d’arte, Edgar Wind (1900-1971), nella sua conferenza dal titolo “Partecipazione estetica”: “Da questa duplice radice – partecipazione e finzione – l’arte trae il suo potere sia di allargare la nostra visione, trasportandoci al di là della realtà immediata, sia di approfondire la nostra esperienza, grazie alla partecipazione.
Nei lavori di Parisi c’è molta fantasia, molta ironia, molta immaginazione mentale e a volte il non detto, il non mostrato o il solo accennato vuole giocare un ruolo maggiore rispetto all’opera reale proprio per stimolare ulteriormente la nostra partecipazione e rendere rapida e quasi fulminea la nostra esperienza – Poi piovve dentro a l’alta fantasia – Dante, Purgatorio XVII, 25.
L’artista ci sprona a tenere vigile la coscienza e ci indica un percorso tramite fotografie e installazioni che ci aiutino ad andare oltre, travalicare il comune senso delle cose e dei messaggi che ci circondano. Il pericolo oggi è nelle continue e insidiose sollecitazioni uditive e visive, notizie disinformative, nella propaganda deviata, nel revisionismo storico, nei programmi televisivi spazzatura e flash pubblicitari.
C’è qualcosa d’altro oltre la Chiesa?, il fanatismo?, le guerre?, l’imperialismo?, e il consumismo? Sì, c’è l’uomo, la sua spiritualità e la sua intimità con le sue verità e conquiste.