Piccoli Adolf crescono
Una malattia mi venne improvvisamente in aiuto decidendo in poche settimane del mio destino. Una grave affezione polmonare consigliò a un medico di proporre a mia madre di non lasciarmi mai, a nessun patto, far vita d’ufficio. Per le stesse ragioni, la frequentazione della scuola tecnica doveva venir sospesa per almeno un anno. Sotto l’impressione della mia malattia, mia madre accettò di togliermi più tardi dalla scuola tecnica (che odiavo), e di lasciarmi frequentare l’Accademia d’arte. Son questi i miei giorni più fortunati, che mi appaiono oggi come un mirabile sogno; e non fu, difatti, che un sogno. Due anni più tardi, la morte di mia madre segnò la fine improvvisa di quei bei piani. La necessità, una dura realtà, mi costrinsero a prendere una rapida decisione; mi toccava dunque, in un modo o nell’altro, guadagnarmi il pane.
Adolf Hitler, Mein Kampf
Ero andato a Vienna a sostenervi gli esami di ammissione all’Accademia. Armato di un grosso rotolo di disegni, mi ero accinto al gran viaggio, convinto di poter sostenere facilmente tale esame, quasi giocando. Alla scuola tecnica io ero di gran lunga il miglior disegnatore della mia classe e da allora la mia abilità si era enormemente perfezionata. Adesso mi trovavo per la seconda volta nella bella città, e aspettavo con focosa impazienza il risultato del mio esame. Ero talmente convinto del successo, che la bocciatura mi colpì come un fulmine a ciel sereno.
Adolf Hitler, Mein Kampf